Ogni cosa tornerà a essere illuminata

Gazzetta del Mezzogiorno – Venerdì 20-03-2020
Da un bel po’ penso che le città possano morire. Che Bari possa morire. Per effetto dell’evoluzione, inarrestabile, dei metodi di acquisto. Da una parte il commercio tradizionale, i cosiddetti esercizi di vicinato, dall’altra le vendite on line e i grandi centri commerciali. In mezzo la crisi, anche dei consumi. I negozianti lasciati da soli, a combattere una guerra di posizione senza le armi giuste: una per tutte, i parcheggi. Una battaglia i cui segni sono stati, fino a qualche giorno fa, sotto gli occhi di tutti: i tanti locali sfitti, molte attività storiche chiuse per sempre, i marchi delle multinazionali a dominare la scena.

Poi, all’improvviso, tutto questo si è spento. Grandi e piccoli, vincitori e vinti, ogni cosa non è più illuminata. Bari, come tutte le città d’Italia, ha perso la vividezza dei suoi tanti colori, un clic secco, drastico, che dalla luce l’ha fatta sprofondare nel buio, buio anche di giorno, nonostante il sole di questo marzo, il cielo terso, il riverbero del mare sulle architetture dorate del Ventennio e sul giallo ocra della Fiera del Levante, il rosso del Margherita e del Petruzzelli, il bianco della Camera di Commercio e della Banca d’Italia.

Biancorosso. I colori della mia Bari spenti all’improvviso da un silenzio ovattato e surreale che da giorni la stringe in una bolla, la stessa che avvolge tutti noi, da Nord a Sud d’Italia, un Paese sotto l’assedio dell’epidemia.

Ci è stato ordinato di ‘morire’ temporaneamente per sperare di poter vivere. Un necessario controsenso al quale dobbiamo obbedire per contenere l’espansione del virus.

Le nostre abitudini sono state stravolte, i ritmi di vita cambiati. Quante brutte abitudini, quanti brutti ritmi: ce lo vogliamo dire? Vite assediate dalla tecnologia, che ha reso bassi i nostri sguardi e meccanici i nostri movimenti. Vite che hanno compresso le parole dette e aumentato quelle scritte, vite ‘schermate’ anche nei rapporti economici: non più le compere dal commerciante di fiducia ma l’infatuazione per l’acquisto on line, anche in piena notte, solo con un clic. Quello stesso clic che ci ha gettati nel buio e nel silenzio assordante. Si chiama nemesi e dovrebbe farci riflettere tutti. Sulla necessità di cambiare ritmi e abitudini, gesti stile di vita e soprattutto metodi di acquisto. Non dobbiamo necessariamente tornare indietro, cancellare la rete e il progresso della digitalizzazione – anche perché non sarebbe più possibile – ma dobbiamo farne un uso più “smart”, intelligente, cioè umano. Quando tutto questo passerà, perché passerà, – dobbiamo crederlo, non smettere di avere fiducia – dobbiamo ritrovare il piacere di comprare nel gesto dello scambio, nel consiglio del commerciante amico, nella fidelizzazione al negozio che illumina la nostra città. Perfino Amazon ha avuto un “rigurgito” di coscienza: il colosso del commercio on line ha annunciato che d’ora in avanti, durante l’emergenza Coronavirus, assicurerà solo le spedizioni di beni essenziali.

Sono città morte quelle che l’epidemia ci sta facendo conoscere, perché svilite della forza aggregante dei luoghi: piazze, strade pedonali cinema, teatri, ma anche bar, ristoranti, pub, negozi, le famose vetrine che di sera ci fanno sentire più protetti, sicuri e oggi più che mai ci fanno capire che il commercio non è solo bancone, incasso!

E’ molto di più, cui non so dare un nome preciso. E’ una sensazione di smarrimento, di cupezza visiva, di vuoto, un vuoto che paralizza, che non produce nulla, che si piega su se stesso, che lascia attoniti, increduli, un incubo che ci è capitato fra capo e collo come la peggiore delle disgrazie. Lo dico da cittadino, prima ancora che da rappresentante di un’istituzione che tutela gli interessi di tutte le attività economiche della Terra di Bari. Un’istituzione che ha fatto la storia di questa città e ben oltre l’economia. Perché l’economia non è solo “utile”, è tanto, tanto altro, come stiamo vedendo.

Ci dicono che andrà tutto bene. Dobbiamo crederci, mettercela tutta, stringere i denti, ogni cosa tornerà a essere illuminata, anche di giorno. Ma oggi, anzi domani, più che mai, dipenderà solo e tutto da tutti noi.

Alessandro Ambrosi

Presidente Camera di Commercio di Bari

Presidente Confcommercio Puglia


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