NEGOZI, IN DIECI ANNI 700 IN MENO. HOTEL IN CONTROTENDENZA: TRIPLICATI

Prodotti culturali e commercio ambulante i più penalizzati

In dieci anni dalle città italiane sono spariti oltre diecimila negozi e attività commerciali. A lanciare l’allarme è l’Ufficio studi di Confcommercio che ha redatto il suo report annuale sulla demografia d’impresa in collaborazione con il centro studi Tagliacarne. Tra le 120 città mediograndi analizzate c’è anche Bari che non è esente dal fenomeno. Dal 2012 a giugno del 2022, sul territorio del capoluogo pugliese sono sparite oltre 700 imprese per una diminuzione totale del 18%. In controtendenza vanno invece alberghi, bar e ristoranti che a Bari sono cresciuti di oltre il 15%, in linea con il boom turistico degli ultimi anni.

In città dominano le strutture ricettive che, scendendo nel dettaglio, dal 2012 al 2022 sono passate da 78 a 209, in percentuale circa il 268% in più (si parla dunque di un’offerta quasi triplicata). Il fenomeno interessa in egual modo tanto il centro storico (dove le strutture per l’accoglienza dei visitatori sono passate dalle 17 del 2012 alle 56 del 2022), quanto le periferie (cjui, dieci anni fa, alberghi e beb registrati alla camera di commercio erano soltanto 61 a fronte dei 153 attualmente in attività). Un aumento analogo, anche se meno significativo, ha interessato bar e ristoranti che sono cresciuti del 6%, per un totale di 72 nuove attività distribuite in modo omogeneo tra il centro e la periferia. Un dato interessante anche se confrontato con quello nazionale, dove la crescita di alberghi, bar e ristoranti non riesce a compensare la sparizione di altre tipologie di attività: in Italia tra 112012 e il 2022 sono sparite, complessivamente, oltre 99mila attività di commercio al dettaglio e 16mila imprese di commercio ambulante, mentre alberghi e ristorazione sono aumentati “solo” di 10mila unità.

Tornando alla crisi dei negozi baresi e scendendo g ne particolare, emerge che a soffrire maggiormente sono il settore del commercio al dettaglio ambulante e quello dei prodotti culturali e ricreativi. Per gli ambulanti sono sparite in dieci anni oltre 191 imprese, il 26% in meno passando dalle 735 registrate nel 2012 alle 544 del 2022. Male anche le imprese che forniscono prodotti culturali e ricreativi diminuite in 10 anni di 90 unità pari al 30%. Resistono invece tabaccai e farmacie il cui numero è rimasto sostanzialmente invariato nell’arco del periodo considerato. In leggero calo invece i fornitori di prodotti alimentari e bevande che registrano una diminuzione del 7%, passando dai 647 del 2012 ai 603 del 2022 (una perdita di 44 unità).

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